 
 | Gli anni in questione furono i più tristi e confusi
nella storia calcistica napoletana a causa delle vicende personali
che accompagnarono il Presidente Lauro verso un lento ma
inesorabile declino. Lauro infatti, a differenza del recente passato,
agì in un'ottica di "economicità di gestione",
utilizzando anche questo suo "giocattolo" come una sorta
di punizione per i napoletani che l'avevano "tradito"
politicamente. Non cedette mai il timone della società
ma consentì ad alcuni suoi collaboratori di condurre campagne
acquisti assolutamente disastrose (l'esempio eclatante fu nel
1961-62 quando la campagna acquisti si concluse con un passivo
di 518 milioni e cioè 558 milioni spesi contro 40 milioni
incassati). Rifiutò alcune interessanti proposte come quella
di Gigi Peronace, un calabrese trasferitosi in Inghilterra,
dove aveva avuto modo di apprendere i metodi di conduzione delle
squadre britanniche (era infatti manager" del Birmingham),
o come quella di Gagliardi. Ma nel 1962-63, anno del suo ritiro
dal calcio, colui che avrebbe definitivamente sradicato il Comandante
, aveva 32 anni ed interessi ben lontani dal mondo del calcio:
Corrado Ferlaino. | 
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  Arriva Del Vecchio, altro
  brasiliano, per far coppia con Vinicio. Ma i contrasti
  all'interno della squadra, con Vinicio al centro delle
  polemiche, e per giunta fuori forma, portano a conquistare soltanto 34 punti per il 9° posto finale con solo 9
    vittorie e ben 16 pareggi, ottenuti per merito, essenzialmente,
  del reparto difensivo. La rivalità nacque perché
  sia Del Vecchio che Vinicio erano centravanti di
  ruolo, per cui, come è noto, per due primedonne è
  sempre difficile la convivenza; e poiché lo spogliatoio
  era contro Vinicio, Amadei (vedi
    foto)fu costretto a metterlo fuori squadra: Le cose non
  migliorarono e la pressione dei tifosi di rivedere in campo "'o
  lione", cresceva di continuo fino a quando Amadei non cedette, schierandolo contro la Roma. Risultato Roma
    -Napoli 8-0. Lauro cercò di porre rimedio da
  par suo con la creazione di una triade Scuotto, Muscariello e Ciro Musollino, aventi incarichi di supervisione e sorveglianza.
  Fu anche istituito l'orario di presenza tra campo e sede: 9-12,30
    / 14,30 - 19!! | 
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  E' l'anno dell'abbandono
  del vecchio Stadio della Liberazione al Vomero per il nuovissimo S. Paolo (nella foto il giorno dell' inaugurazione: 19/10/1959). Il Napoli si salva dalla retrocessione
  per un pelo, finendo 14° a 29 punti. Vengono
  acquistati l'ala Rambone, il centravanti Postiglione ed il portiere Pacifico Cuman. Considerando che il Napoli
  ha due centravanti, Lauro pensa bene di acquistare, come
  allenatore, Annibale Frossi, il cui schema di gioco
  prevede appunto la presenza di due centravanti (in verità
  il Presidente tenta di ingaggiare, senza successo, Nereo Rocco). Amadei viene quindi degradato ad osservatore, carica che
  manterrà fino al 11/10/1959 quando il Comandante invertirà i ruoli riqualificando Amadei tecnico
  ufficiale. Frossi continuerà onestamente il suo lavoro
  di osservatore suggerendo alcuni acquisti che Lauro non
  si degnerà neanche di considerare (i nomi erano Picchi e Rivera). | 
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 Partono Rambone, Morin, Vitali e Pesaola, ed arrivano Gratton, Juan Carlos Tacchi e Girardo. Inoltre in cambio di Vinicio il Bologna invia la mezzala Pivatelli. Dopo un buon avvio, dalla 6^ giornata la squadra si ferma. Lauro affianca ad Amadei, Cesarini. Ma purtroppo non c'è niente da fare, il Napoli va sempre più giù e non serve nemmeno la nomina di Sallustro tecnico per le ultime due giornate. E di nuovo Serie B. | 
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  Serie
  B. Tra le cessioni Vi sono quelle di Postiglione, Di Giacomo, Miholich, Gratton, Pivatelli, Bertucco, Posio, Del Vecchio e Bugatti.
  Vengono acquistati Fanello, Corelli, Rivellino, Ronzon e Gigi Simoni con il portiere Pontel.
  Allenatore è Fioravante Baldi. Dopo la 9^
  partita quest'ultimo presenta le dimissioni: respinte! Il 29/1/92 le dimissioni sono invece accettate in considerazione dell'andamento
  disastroso della squadra (18 punti in 20 partite). Lauro così pesca Bruno Pesaola a Scafati
  che, non avendo nemmeno il tesserino per la serie B, deve richiedere
  una deroga. Da quel momento il Napoli rifiorisce ottenendo 25
  punti in 18 gare, che significheranno il 2° posto in
  classifica e la promozione in serie A. Vince anche la Coppa
    Italia (vedi altra foto) (unica squadra di "B"
  a vincere questo trofeo). Ma la vittoria in campionato viene macchiata
  dal sospetto di una corruzione tentata verso i giocatori del Verona.
  Nel processo il Napoli verrà assolto ma il giudizio generale,
  anche quello dei napoletani, sarà di condanna. Questa "benevolenza"
  ottenuta il Napoli la pagherà molto cara l'anno successivo. | 
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  A Pesaola viene affiancato Monzeglio non essendo
  il primo dotato di patentino per allenare in serie B (anchese
  la deroga arriverà alla 3^giornata di campionato). Dopo la vittoria in Coppa Italia ed il ritorno in Serie A Lauro nega il premio promozione sia al tecnico (poi erogato
  al 50%) che ai giocatori. Il Presidente continua nel suo
  atteggiamento di ripicca verso i napoletani "traditori"
  (non aveva ottenuto il successo elettorale sperato), ripetendo
  sempre che non ha quattrini per il Napoli. Dopo innumerevoli pressioni
  e dopo le cessioni di Greco II, Bodi, Simoni e Costantini, vengono presi l'argentino Rosa (in
  prestito) ed il brasiliano Jarbas Faustinho Cané (costato soltanto $ 4.000 al mediatore e,"si
    dice", scelto da Achille Lauro su fotografia,
  tra un certo numero di calciatori di colore dell'Olearia, per il solo fatto d'essere più "nero" degli altri,
  e che per questo avrebbe fatto "più paura" ai
  difensori avversari); vengono promossi in prima squadra il portiere Pomarici ed i giovani centrocampisti Montefusco e Juliano (vedi
    foto). Tra gli episodi particolari, da ricordare il 6/1/63,
  durante Napoli-Torino, un petardo scoppia sotto la panchina
  azzurra tramortendo Monzeglio, e Napoli-Roma 3-3
  con ben 5 rigori assegnati dall'arbitro Campanati.
  L'illecito dell'anno è in Milan-Napoli, prima della
  quale tutti i giocatori assunsero una razione di simpamina pochi
  minuti prima di sapere che quel giorno si sarebbe effettuato il
  controllo anti-doping. Risultarono sette giocatori positivi al
  controllo, ma soltanto quattro furono squalificati per quattro
  turni, dal 31/3 al 21/4 (alcune provette furono "casualmente"
  esposte al sole per troppo tempo): Molino, Tomeazzi, Rivellino (vedi
    foto) e Pontel. Nelle ultime quattro partite si
  assiste al crollo della squadra anche se il momento più
  triste è vissuto in Napoli-Modena. Quel giorno era
  in corso una tornata elettorale per cui le forze dell'ordine allo
  stadio erano davvero poche. Qualche errore di troppo dei giocatori
  azzurri, qualche svista arbitrale (Campanati, di nuovo)
  ed il patatrac fu inevitabile: utilizzando dei grossi cartelloni
  pubblicitari come ponti per scavalcare il fossato, una marea inferocita
  si riversò in campo, spezzando le traverse, e sradicando
  i pali delle porte. Risultato: 62 feriti, 148 fermati,
  130 milioni di danni e 4 giornate di squalifica. Fu retrocessione
  con 16 sconfitte, 27 punti, 59 gol al passivo
  e soltanto 35 realizzati. | 
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 Lauro presenta le sue dimissioni e si apre la lotta
  per la sua successione. Pretende ben 407 milioni a saldo (a suo dire) delle sue personali contribuzioni, non dimostrate
  né giustificate poiché nessun rendiconto era mai
  stato stilato in Società. Ma il passivo, a giugno,
  ammonta a 700 milioni per quanto dovuto all'Esattoria comunale
  ed al Credito Sportivo. Il primo che si mostra interessato
  all'acquisto è Pasquale Gagliardi, un cilentano
  che ha fatto fortuna in Venezuela. Gagliardi viene convinto ad avanzare l'offerta a Lauro (8 rate annuali di 60
  milioni) da Fiore, che gli aveva promesso un sostanzioso
  contributo da parte di suoi parenti ed amici, e da Scuotto.
  Poiché Lauro non si esprime in merito, viene chiamato
  a dirimere la questione il Presidente della Lega Perlasca.
  Alla fine Lauro rifiuterà e nominerà Scuotto "reggente". Questi opererà con l'appoggio
  di Fiore che così, piano piano, riuscirà
  ad entrare in società. La campagna trasferimenti risulta
  povera come l'anno precedente; arrivano l'ala Bolzoni, Rimbaldo e Prenna mentre partono Bodi, Mariani, Fanello e Tomeazzi. L'allenatore è Lerici perché Pesaola preferisce andare via. Ma Lerici,
  già nel febbraio 1964, verrà affiancato da Bruno
    Gramaglia in qualità di "consigliere",
  ed a marzo, definitivamente licenziato. Verrà quindi nominato allenatore-giocatore Molino (vedi
    foto). Il campionato si concluderà all'8°
      posto a 39 punti, 39 gol fatti e 35 subiti. | 
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